Dizionario del Cristianesimo

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Piano generalmente elevato, fisso o mobile, destinato a riti di offerta o di sacrificio sia pubblici sia privati, reperibile in quasi tutte le religioni. I primi esempi di altare si possono individuare nei blocchi di pietra squadrati, spesso accuratamente levigati, con la superficie leggermente scavata per riporvi le offerte, ritrovati nel bacino del Mediterraneo e risalenti al Neolitico. Mentre questi altari primitivi si trovavano quasi sempre all’aperto, nella cultura egizia si trovavano quasi sempre in tombe e santuari: si tratta di tavole di pietra, di forma quadrata (hotep), sorrette da quattro pilastri, circondate da una pedana, spesso a più piani.
In Asia Minore, dove erano sempre inglobati nei santuari, erano diffusi l’altare scavato “a mensola” nella roccia e quello “a parallelepipedo”, con due stele laterali (dette “corna”), simbolo della presenza della divinità. Tale particolarità si ritrova anche nell’altare ebraico: il primo di cui si abbia notizia fu eretto da Noè dopo l’uscita dall’arca (Gen 8, 20); fu poi Mosè a fissare i caratteri e le forme dell’unico altare riconosciuto come idoneo al culto, quello del Tempio di Gerusalemme. Nel mondo greco e romano l’altare, chiamato anche “ara”, è ormai sempre di pietra o di marmo; da esso deriverà l’altare cristiano.