Dizionario del Cristianesimo
L'origine
Il simbolo della croce, di origine antichissima, è frequente nelle ultime fasi della preistoria e nella protostoria: lo si ritrova nelle ceramiche eneolitiche della Mesopotamia e dell’Egitto, spesso in forma di “croce di Malta” (quattro triangoli isosceli perpendicolari e congiunti per le punte) e compare anche nell’Elladico Antico. La diffusione del simbolo crociato si accorda con la grande diffusione dell’idea di un cosmo quadripartito: la croce ne sarebbe appunto la rappresentazione grafica. Una relazione particolare è quello che la croce ha con il Sole. Tale correlazione è espressa sia con l’inserimento della croce in un cerchio (o disco solare), sia con l’immagine della croce gammata o svastica. Questo valore simbolico della croce è sopravvissuto nel Medioevo, specialmente nell’ambito dell’esoterismo e dell’alchimia. Le elaborazioni cristiane di tale simbologia raffigurano l’albero della vita in forma di croce. Simili tradizioni affermano, d’altronde, che la croce della Passione di Cristo fu fabbricata con il legno dell’albero della vita che si trovava in paradiso: così le visioni mitiche della struttura del cosmo fondata su un albero gigantesco, emblema della vita, assumono forma cristiana. Analogamente, alcune tradizioni del cristianesimo orientale presentano la croce quale scala o ponte delle anime per salire a Dio .
La liturgia cattolica
La Chiesa cattolica canta l’epopea della croce e la fa oggetto di culto dalla domenica di Passione al venerdì santo e nella festa dell’Esaltazione (14 settembre). Dal IV secolo in poi, la croce e il Crocifisso sono la divisa del cristiano e la sintesi del cristianesimo. La croce è costantemente presente, a partire dai secoli XI e XII, presso l’altare. Essa precede la processione papale, degli arcivescovi e di alcuni vescovi. Come insegna dei legati pontifici, dei primati e dei patriarchi è usata la croce di Lorena o croce patriarcale o croce doppia, con due aste trasversali, la superiore più corta, l’inferiore più lunga. L’origine della croce pettorale è da ricercare nei cosiddetti encolpi: capsule portate sul petto, contenenti cartine con versetti della Sacra Scrittura, e più tardi reliquie, già in uso presso gli antichi cristiani.
Il segno di croce
Già i primi cristiani usavano segnarsi con segno della croce. Nel Medioevo non s’incominciava alcuna scrittura pubblica, iscrizione, legge ecc., senza avervi prima tracciata la croce; essa sostituiva la firma degli analfabeti, e spesso precedeva quella degli ecclesiastici. Troviamo il segno della croce sulle porte delle case e delle città, sulle aperture delle cisterne e dei pozzi antichi, sulle bocche dei forni e sulle suppellettili domestiche. Fin dal III secolo i documenti ecclesiastici attestano l’uso del segno di croce nelle liturgie . Quanto alla forma, nei primi secoli cristiani si tracciava il segno della croce abitualmente soltanto sulla fronte con un dito della mano destra; dal XII secolo è costume generale segnarsi la fronte, le labbra e il petto con la cosiddetta piccola croce. Nelle benedizioni del Medioevo si faceva la croce con tre dita separate della destra, in onore della Santissima Trinità . Solo nel XIII secolo venne l’uso di fare il segno di croce nelle benedizioni con la mano distesa e le dita congiunte. La grande croce, o croce latina, secondo la quale la mano destra estesa va dalla fronte alla parte inferiore del petto, dalla spalla sinistra alla destra, venne nell’uso generale della liturgia più tardi. Gli orientali, invece, portano la mano prima alla spalla destra.
Arte
Dopo l’invenzione della vera croce (dal latino inventio, ritrovamento) durante gli scavi costantiniani sul Monte Calvario (IV secolo), l’immagine della croce s’impone, sotto il profilo iconografico e decorativo, in tutto il mondo cristiano, soppiantando progressivamente altri simboli. D’ora innanzi, la croce prende il posto d’onore nel tempio (mosaico dell’arco trionfale di Santa Maria Maggiore a Roma; mosaico dell’abside di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna ecc.). Anche la planimetria degli edifici dedicati al culto (basilica) riflette la croce nelle sue diverse tipologie. Sin dalle origini, la croce assume forme e funzioni diverse: si hanno la croce pensile, sospesa presso il ciborio o sopra l’altare, e la croce processionale o astile, che accompagna le processioni sacre. Del primo tipo è la croce di Agilulfo, prodotto di oreficeria del VI secolo (Monza, Tesoro del Duomo), mentre il secondo tipo si sviluppa più tardi, soprattutto negli esemplari in metallo a sbalzo dei secoli XII e XIII (Veroli, Museo del Duomo). Fra le tipologie più antiche, si hanno le croci reliquiario, portatili, e quelle pettorali (encolpi). In età romanica si assiste alla produzione di croce monumentali in legno dipinte su tavola, nel qual caso prendono il nome di croce dipinte. Esse sono innalzate sull’iconostasi, sull’altare o sospese alla volta della chiesa, e raggiungono spesso dimensioni imponenti, determinate dalla volontà di porre il fedele di fronte a un memento Christi di particolare intensità emotiva (la croce di Giotto in Santa Maria Novella a Firenze tocca i 5,78 m). In età romanica e gotica si afferma anche il tipo della croce stazionaria, posta sopra o dietro l’altare: in Italia se ne hanno superbi esemplari in argento e smalto, mentre in Francia prevale il tipo di rame smaltato lavorato su un’anima di legno. Il Rinascimento fiorentino segna l’affermazione degli orafi-scultori: Brunelleschi e Donatello rinnovano il tipo della croce monumentale, mentre Antonio del Pollaiolo lavora alla grande croce reliquiario in argento e smalto per il battistero (1457-59, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo). Nel ‘500, grazie all’evoluzione tecnica nell’arte del vetro e dei cammei incisi, si hanno splendidi esempi di croci composite, come pure di raffinata gioielleria, con croce da collo e da rosario, la cui produzione perdura nel corso di tutto il ‘600. L’eclettico gusto tardobarocco e rococò apprezza croci realizzate con i materiali più diversi: porcellana, avorio, ebano, pietre dure ecc.
Araldica
Elemento dello stemma in svariate fogge, formato dalla sovrapposizione della fascia al palo. In araldica è una delle figure più diffuse, pertanto di non facile e univoca interpretazione: contrassegno cristiano durante le crociate, era talora espressione di fede ghibellina nei territori dell’Europa medievale, e poteva indicare schieramenti politici differenti a seconda degli abbinamenti degli smalti. Diversi Ordini cavallereschi, inoltre, adottano come simbolo la croce.