Dizionario del Cristianesimo

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Maria, Madre di Gesù Cristo

Di Maria ci sono noti i tratti fondamentali della sua figura storica delineati nel Secondo Testamento. Maria è una donna semplice che fa parte della storia oscura dei poveri, vissuta a Nazaret, in Galilea. Il dato letterario mariano più antico del Secondo Testamento è l’austera dichiarazione che il Figlio di Dio  è “nato da donna” (Gal 4, 4). Il suo nome non compare in Paolo e neppure in Giovanni. Solo i Vangeli  di Matteo, Marco e Luca, insieme con gli Atti degli Apostoli , menzionano il nome di Maria. L’asserzione che Gesù Cristo  è nato da una vergine, senza la collaborazione fisica di Giuseppe, costituisce un dato insolito nel contesto ebraico, interpretato da alcune tradizioni rabbiniche in senso adulterino. Maria precede Gesù, lo accompagna e gli sopravvive. Il Secondo Testamento non dice come Maria ha lasciato questo mondo. Si constata in questi scritti una crescente attenzione verso la Madre di Gesù. Dalla posizione “neutrale” di Paolo (Gal 4, 4), si passa a Marco, reputato da alcuni esegeti l’evangelista critico e persino negativo nei confronti di Maria (Mc 3, 20-35), e si giunge, attraverso Matteo, a Luca nel cui Vangelo Maria riceve i massimi elogi. Per Luca Maria è la kekaritômene, la colmata di Grazia  (Lc 1, 28); la dipinge come la portavoce e la rappresentante degli anawim, i poveri d’Israele, con tutti i connotati di umile obbedienza a Dio, la fedele ascoltatrice della Parola di Dio che medita sul significato degli avvenimenti (Lc 2, 19; 51). Il Vangelo di Giovanni registra il distacco di Gesù da sua madre nell’atto di dare la precedenza all’opera che il Padre gli ha assegnato (Gv 2, 4), ma anche il ricomparire di lei ai piedi della croce  dove, diventando madre del discepolo per eccellenza, diventa essa stessa modello di fede  e di discepolato. Sia Luca sia Giovanni valorizzano il ruolo delle donne e avviano quella raffigurazione simbolica di Maria che darà origine all’ulteriore simbolismo mariano all’interno della Chiesa .