Dizionario del Cristianesimo

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Corrisponde al termine latino sanctus (dal verbo dal latino sancire, delimitare, stabilire, santificare) e designa ciò che è separato e delimitato per motivi religiosi. A differenza del “sacro” (sacer, consacrato), che è tale a partire dalla consacrazione, il santo riveste la santità a partire dall’origine. Presso i greci la santità resta un attributo della divinità e non è mai assegnato all’uomo vivente. Nella religione ebraica Jahvè appare come il santo semplicemente (1Sam 6, 20; Is 6, 1-3) la cui presenza suscita nell’uomo la reazione di timore. È ugualmente santo tutto ciò che appartiene a Jahvè e gli è consacrato: luoghi e persone. Nel Secondo Testamento la nozione di santità viene ulteriormente estesa. Gesù  è “il santo di Dio ” (Mc 1, 24). In quanto santificati dallo Spirito di Dio sono detti santi tutti i cristiani viventi. Fin dai primi tempi della Chiesa  la qualifica di santo era stata attribuita ai testimoni privilegiati di Cristo . Molto presto la qualifica fu estesa ai martiri . Dopo la pace costantiniana comparvero i nuovi tipi di santo, i confessori, gli asceti e gli eremiti. Durante le invasioni barbariche furono considerati santi i grandi vescovi dei secoli VI e VII. Evangelizzati i nuovi venuti, i santi furono scelti tra la nuova aristocrazia (re, principi, vescovi e abati). Lo sviluppo del monachesimo , degli Ordini religiosi e la riforma gregoriana determinarono la prevalenza di un modello di santità monastico e sacerdotale. Nel 1634 Urbano VIII fissò giuridicamente le norme della beatificazione e canonizzazione.